Té botà

30 Luglio 2023 | Faenza

Abitiamo in una piccola casa, ricavata da una porzione di fienile, nella prima periferia di Faenza, è bello, siamo in campagna ma anche vicini alla città, in mezzo ai frutteti tipici della Romagna…abbiamo benedetto questo luogo durante il Covid, pensavamo alle persone in città che non potevano uscire…noi avevamo chiesto il permesso al contadino e potevamo passeggiare nelle carraie, in mezzo a filari di kiwi, albicocchi, noci. Abbiamo visto la primavera far sbocciare i fiori, siamo andati a raccogliere gli stridoli sul “rivalino” (argine) del fiume e ci siamo sentiti dei miracolati per aver trascorso se non altro in “pace” quei mesi terribili. Abbiamo benedetto la campagna, il fiume ed il suo argine per averci dato questa grandissima possibilità!
Quest’anno il 25 aprile l’abbiamo passato proprio lì, sull’argine (il rivalino da noi) a raccogliere stridoli e rucola selvatica, ne avevamo trovati tantissimi, li avevo puliti e congelati, ne avremmo avuti per buona parte dell’estate…
16 MAGGIO 2023
-piove, piove tanto, piove troppo, penso che sono stufa e non vedo l’ora di partire, abbiamo prenotato e pagato tutto, sono stanca ho bisogno di fermarmi ed andremo 10 gg in Portogallo, manca poco ..il 18 si parte…..posizioniamo plastica e sacchi sabbia davanti alle porte finestre, lavoriamo incessantemente, telefonate registrate ci dicono di lasciare le abitazioni o trasferirsi ai piani alti (ma va, ci diciamo…), intanto iniziano ad arrivare le prime immagini dal mare con le forti mareggiate, dal forlivese dove ci sono le prime esondazioni, a Faenza su tutti i ponti si va a controllare il Lamone
-pom continua a piovere forte, spesa per la zia, controllo che stia bene perché le hanno diagnostica una polmonite e sta facendo le iniezioni (sono da poco reduce da 14 gg in ospedale con mia sorella per un ab ingestis) , passo dalla sede dell’associazione di volontariato di cui sono vice presidente a controllare che la pioggia di nuovo non abbia fatto danni come nei giorni scorsi, poi mi telefona di Lorenzo che mi chiede di andare via, “sto monitorando i fiumi, non reggono mamma, per favore andate via, andate via, andate via!” mi dice…butto 2 cose nel piccolo trolley che uso per i viaggi a Roma e con Miro ce ne andiamo, sono circa le 18
-arrivano le prime immagini da Cesena, le strade allagate, la gente nuota per tentare di arrivare ad un qualsiasi posto che sia all’asciutto, i primi soccorsi alla popolazione, il mare in burrasca non riceve più…arriva l’acqua ovunque dai nostri fiumi, tutta la Romagna, anche l’Emilia, da città, cittadine, paesi, frazioni, ovunque ci sia un corso d’acqua, i fossi traboccano, le fogne non reggono più, la luce non c’è piu, la gente ha paura e l’acqua continua a crescere e la pioggia non smette
– il delirio da quando scende il buio in poi, dormo pochissimo quella notte, arrivano i filmati dai vari luoghi di Faenza, noi siamo da mia zia, dall’altra parte della città, dove resteremo per i primi tre giorni…a Faenza la città è spaccata in due, tre Corsi su quattro sono invasi e devastati dal fiume, le cantine, i negozi, gli uffici, le case, persino la Piazza.
Dove non è arrivata l’acqua dei nostri fiumi è arrivata quella dal cielo ed iniziamo a vedere le immagini di intere cittadine e paesi in collina isolati da frane e smottamenti, alcuni resteranno isolati per molti giorni…è una tragedia
17 MAGGIO 2023
Decidiamo di andare in piazza, c’è un punto informazioni e vogliamo segnalare che i nostri vicini (4 famiglie su 6) sono ancora chiusi in casa con il piano terra allagato, relegati al primo piano, nessuno è andato a prenderli ….intanto facciamo un giro a piedi cercando di avvicinarci al ponte del borgo…riusciamo per un pochino ad avanzare a piedi ma non è possibile, c’è fango ovunque, non siamo attrezzati, non si sta in piedi, è un fango strano, pare ghiaccio.
18 MAGGIO 2023
Ho deciso, voglio andare a casa assolutamente, ma non si passa in auto, nessun ponte è agibile…a piedi sì, quindi lasciamo la macchina più vicino possibile e anche senza stivali (non si trova nulla) passiamo il ponte della memoria e vediamo cosa è successo…..fa paura! Passo dalla nostra sede, che è sulla strada…le auto sono state scaraventate dalla forza del fiume ammucchiate sulla cancellata del parco dove si trova la sede dell’associazione ed il centro diurno accreditato, provo ad entrare nel parco per avvicinarmi ma non è possibile fare che qualche metro, troppo pericoloso, il fango è ovunque. Facciamo km per arrivare a casa e vediamo quanto può essere terribile la forza dell’acqua e misteriose le vie che prende per diffondersi….dopo qualche km pare di essere in un altro mondo, lì non è arrivato nulla, neanche una goccia; basta fare il ponte sopra la ferrovia per avere un’idea di cosa è successo da noi…il fango, l’acqua, la strada è semidistrutta, la forza dell’acqua sbattendo contro le feritoie del muretto di cemento armato che limita la sede ferroviaria ha completamente rotto e scavato la sede stradale…arriviamo a casa, mio figlio ha già aperto, dato da mangiare alle gatte che avevamo lasciato in casa…fango,fango,fango….tutto coperto di fango, di acqua..il giorno dopo si va cercare pale, tira acqua, stivali…va bene di tutto purchè liberi la casa e tutto quello che c’è dentro…dal fango, questo fango che nessuno di noi dimenticherà mai, questo fango diverso…Sabrina in cdr qualche giorno fa ha detto “questo fango che è tutta argilla…per forza siamo diventati nella storia la città internazionale della ceramica, cosa dovevamo farci con tutta questa argilla?
Il giorno dopo sarà riaperto uno dei ponti che collegano Faenza al Borgo, ci trasferiamo nell’albergo vicinissimo a casa nostra, almeno a piedi (se non smette di piovere) potremo andare a casa.
Sono stati ed ancora sono giorni duri e complicati, a spalare continuamente, a mettere in salvo i ricordi, le cose ancora buone al piano di sopra, a lavare (beh meglio dire a dare una primissima lavata a ciò che è recuperabile) ad organizzare il piano di sopra…siamo stati fortunati, noi abbiamo un primo piano asciutto, buona parte dei mobili l’abbiamo salvata (abbiamo la sala arredata con mobili indiani e con Miro scherzando dico “sono abituati ai monsoni, si saranno salvati per quello?), ora ci vorranno mesi per asciugare i muri e capire l’entità dei danni e cosa c’è da fare, però abbiamo la luce, abbiamo il gas (il bombolone di gpl interrato pare sano e salvo), abbiamo l’acqua (il ns pozzo, molto profondo, pare abbia tenuto..) ed abbiamo deciso di tornare a casa dopo 28 giorni, siamo accampati, senza cucina fino al 19 luglio, ma con il frigorifero e la lavatrice che ci hanno appena consegnato (mai avuta tanta soddisfazione nel fare lavatrici e stendere…già anche lo stendino abbiamo ricomprato)
Noi ci consideriamo fortunati, rispetto alle molte persone hanno davvero perso tutto, senza poter recuperare nulla, l’acqua ed il fango in certi punti della città hanno superato i 3 mt…
Ora, quando passiamo uno dei ponti sopra al Lamone, guardiamo il livello, studiamo gli argini e con Miro chiedo:
Sarà sempre cosi, lo controlleremo sempre il fiume?” “si, sarà così…ancora per un bel po’” mi risponde
E allora, come si dice in questa parte di Romagna “a j andrè so drì, tè bota!

Barbara.

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