L’alluvione annunciata

26 Luglio 2023 | Ravenna, Storie in evidenza

L’alluvione da Ravenna l’ho vista arrivare al rallentatore, annunciata prima dalle allerte meteo, poi dalle frane della collina, gli allagamenti di Faenza, Forlì e Cesena, la rottura degli argini in campagna; finché l’acqua ha invaso Fornace Zarattini, e solo un muro di terra tirato su in fretta mentre si allagavano i campi della CAB Terra per guadagnare tempo ci ha tenuti all’asciutto.

L’angoscia, il senso di colpa per non potermi muovere da una città circondata da campagne allagate, con strade e ferrovie interrotte, chiedermi cosa potevo fare per dare una mano; quando il coordinamento dei volontari ha chiesto di usare il mio ufficio come base di lavoro, sono stata felice di ospitarli, mi faceva sentire meno sola, in qualche modo utile.

Appena è stato possibile ho preso pala e tiraacqua e sono andata anch’io a svuotare, lavare, accatastare, asciugare. E sono tornata in collina, il mio amato Appennino ora ferito dalle frane, coi letti dei fiumi ingombrati dagli alberi trascinati a valle dalla piena, i versanti sbragati. 

Fuori non se ne parla più tanto, né si collega quel che è successo da noi con la lunga ondata di caldo, la grandine grossa come limoni, i tornado, le tempeste di vento che schiantano alberi sulle Dolomiti. Quanti avvisi ci servono ancora?

Alessandra Farabegoli

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