Maggio 2023. Cronaca dal Senegal dell’alluvione in Romagna

7 Luglio 2023 | Brisighella, Storie in evidenza

Il 5 aprile io e Flavio Boldrin partiamo in moto da Brisighella, preventivando di stare via due mesi, destinazione Senegal. A Brisighella, ci viviamo  da circa un anno, qui abbiamo intrecciato numerose relazioni, in quanto la vita del borgo le facilita. In particolare abbiamo legato con la nostra vicina di casa, Sabina. Abitiamo nell’antica Via degli Asini e sul retro abbiamo un piccolo spazio all’aperto, dove fiori e piante crescono rigogliose, i micetti scorrazzano liberi nel sentiero e qui spesso ci ritroviamo per bere assieme il caffè e fare due chiacchiere. Diamo a Sabina l’incombenza dell’annaffiatura delle piante durante la nostra assenza. Ci sentiamo spesso, sia per avere notizie sulle piantine, sui gatti e sulla vita del borgo e noi le inviamo foto dei bellissimi posti che stiamo visitando. 

18 aprile chiedo a Sabina di mettere fuori alcuni piante grasse che avevo premurosamente lasciato in casa, poiché siamo partiti con il brutto tempo. Dal deserto di Merzouga stiamo già assaporando l’estate e il caldo inizia a farsi sentire

20 aprile Sabina ci invia le foto delle piante  all’aperto e anche di quelle all’interno che continua a lasciare in casa perchè il caldo proprio non arriva e stanno tutte benissimo

24 aprile il borgo pullula di turisti, ma il freddo non molla, oggi ha grandinato, scrive Sabina. Ci annuncia inoltre  che partirà per qualche giorno e noi siamo in pensiero per i gatti e le piantine. Guardiamo le previsioni che danno per i prossimi 15 giorni maltempo e almeno dal lato piante ci sentiamo tranquilli, anche se Sabina è in vacanza.

1 maggio Le rose stanno fiorendo, la micia di Sabina sente la primavera e sempre più spesso sta fuori di casa

2 maggio Sabina ci annuncia che il caldo proprio non arriva e anzi fa sempre più freddo ed è costretta a fare torte nel forno per riscaldarsi. 

3 maggio leggiamo dal Senegal che  a Bologna il Ravone ha esondato e ha trasformato Via Saffi in un fiume in piena, ma anche a Faenza non si scherza, il  Lamone  ha rotto gli argini e a Brisighella ha invaso le terre circostanti.  Aiutoo!!! Scriviamo a Sabina, vogliamo sapere come sta e come sta  Brisighella. Ci risponde che le piogge abbondano, ma che  il Lamone, in passato, spesso si è ingrossato, senza creare danni e quindi ci rassicura sulla situazione

4 maggio leggiamo l’articolo “Oltre cento frane a Brisighella: strade chiuse e un ponte distrutto. Scuole chiuse”…la situazione sta diventando molto critica. Continuiamo a tempestare Sabina, e gli altri amici   del borgo per avere notizie . Chiediamo a Sabina se la torre dell’orologio,  che sovrasta le nostre case scandendo ogni quarto d’ora il tempo, tiene botta.  Ci rassicura che non è su terreno argilloso. Bene, almeno la casa resiste.

5 maggio finalmente esce il sole e Sabina ci manda le foto che confermano il ritorno del bel tempo

10 maggio siamo a Sedhiou, in Senegal, sono  giorni di manifestazioni e di scontri, abbiamo un appuntamento con il Cospe, per un progetto riguardante le donne e siamo bloccati dalle barricate, fuochi in tutta la città e in lontananza le sirene spiegate della gendarmerie che sta arrivando, i manifestanti ci invitano ad allontanarci perché da lì a breve ci saranno scontri

15 maggio leggiamo articoli su allerta meteo in Romagna, sono previsti giorni intensi di pioggia

16 maggio da Brisighella ci arrivano le foto della micia stressata dalla pioggia

17 maggio pioggia incessante, il borgo resiste e ci aspetta. Anna Pia vive a fianco del Monticino e ci comunica che la strada da Brisighella è interrotta per due frane, stanno con il  fiato sospeso. Sono isolati. A Faenza la situazione si fa sempre più tragica, l’acqua sta arrivando in piazza. Siamo in allerta pure noi, non dormiamo più e  continuiamo a mandare messaggi ad amici e parenti. Mio fratello con la famiglia e la mia mamma vive a San Zaccaria dove hanno evacuato alcune case della sua via, lui sta mettendo sacchi di sabbia davanti a casa. Attendono. 

18 maggio Sabina ci scrive che è mancata la connessione ad internet e che solo davanti ad un locale, in piazza, riesce a connettersi. Ovviamente sono 2 notti che non dorme. Fa un sopralluogo a casa nostra e rileva una piccola pozza d’acqua in cucina, le piantine sono ancora all’interno e non vogliono uscire. Franco da Faenza mi scrive “abbiamo perso tutto, siamo da mio figlio e non abbiamo più la casa, tutta allagata sotto 6 metri di acqua, abbiamo perso tutte le cose di una vita”

19 maggio a Brisighella manca luce e acqua. Continua a piovere incessantemente, ormai tutti sono allo stremo. Autostrada e ferrovia bloccata. Sabina si fa ospitare da amici a Faenza,  e lì rimane per qualche giorno anche per dare una mano. Si stanno organizzando cordate di solidarietà, si sono formati gruppi di volontari ovunque. Modigliana è isolata, i nostri amici che sentiamo quotidianamente stanno bene, ma hanno difficoltà a raggiungere le strade e allora si fa musica in piazzetta con gli amici per stare insieme e confrontarsi

21 maggio è tornato il sole. Molti amici vanno a Faenza ad aiutare a raccogliere il fango dalle case, dalle strade, anche mio fratello ci va con i figli.

23 maggio Sabina rientra a Brisighella, ma ancora l’acqua non scende dai rubinetti e tornerà solo il 24 maggio

26 maggio sole. Le piantine di casa finalmente possono godere del sole primaverile

2 giugno siamo a Dakar e gli scontri con la polizia si fanno sempre più incessanti, tutto il Senegal protesta contro il governo che applica misure dittatoriali. Barricate ovunque e per due giorni ci vietano di uscire dall’albergo, inoltre il governo ha oscurato i social e non possiamo più comunicare. 

5 giugno usciamo per andare all’aeroporto.

Il nostro viaggio sta terminando e il susseguirsi delle terribili notizie sull’alluvione in Romagna ha stravolto la nostra vacanza. E pensare che alla partenza eravamo preoccupati solo per le nostre piante!!!

6 giugno siamo a Brisighella e andiamo a trovare i nostri amici che abitano al Monticino; ci incamminiamo, lo scenario che ci si para davanti ci toglie il fiato. La prima frana che ha interrotto la strada ha divelto alberi e i pali dei lampioni, la seconda si è portata via mezza collina, spazzando via ulivi e coltivazioni.   Dal garage di una casa evacuata esce  una massa fangosa, ormai secca, blocca l’ingresso e non immaginiamo cosa ci sia all’interno della casa. 

La solidarietà di amici e volontari ha aiutato ad affrontare un momento drammatico. Un po’ quella che abbiamo riscontrato in Africa, dove le genti dei villaggi si aiutano e solidarizzano costantemente. 

Franco, che ha perso tutto e che abbiamo incontrato pochi giorni fa, ci racconta di come a Faenza  i volontari si siano attivati organizzando squadre per liberare le casa dal fango, ragazzi giovani che lasciano ben sperare sul futuro. Aiuti concreti e anche morali che hanno fatto sì che la Romagna abbia affrontato con lucidità questo momento cruciale. Questo è lo spirito che dovrebbe governare i politici che ancora oggi dopo un mese e mezzo sono latitanti. Sì la romagna tin bota ma lo Stato deve intervenire concretamente e con urgenza! 

Patrizia

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *